4 Settembre
Voglia d'Estate - Musica al Castello Savelli Torlonioa
Venerdì 4 Settembre ore 19:00
"Saccio 'na cosa"
Ensemble
Antonello Dorigo, cantus
Maurizio Scavone, tenore
Giuliano Bonelli, bassus
Stefano Todarello, liuto e chitarra barocca
Giovanna Barbati, viola da gamba
Chiara Tiboni, maestro al cembalo
e con
Massimo Carrano, percussioni
Verso la metà del XVI secolo, in pieno fiorire di letteratura barocca, si assiste a una grande produzione di rime e prose del tutto disomogenee tra di loro accomunate, tuttavia, dall’esigenza di novità e freschezza che con il razionalismo rinascimentale erano un po’ venute a mancare. In questo contesto si muove un certo rinnovamento anche in ambito musicale, e in Italia più che mai nascono nuove forme espressive in cui la monodia accompagnata ne faceva da padrone; che coinvolgono un po’ tutte le regioni, tra le prime la Campania, soprattutto nel vivace e solare ambiente della città di Napoli.
Già dal 1536 possiamo trovare i primi esempi di quelle che poi verranno comunemente identificate come: “villanelle napoletane”. È proprio in quest'anno che il musicista ed editore De Colonia pubblicava a Napoli una raccolta di 15 "Canzon villanesche alla Napolitana nuovamente stampate primo libro" anonime, buona parte delle quali in napoletano. Sono brani a tre voci, dove però le due parti inferiori si limitano a sostenere e ad accompagnare il cantus (monodico) superiore in cui si concentra tutta l’espressione della melodia, e possono comodamente essere eseguite su uno strumento accordale (liuto, tiorba, chitarra, clavicembalo), in modo che il cantante possa anche accompagnarsi da solo.
Tante altre forme musicali dell’epoca sono costruite allo stesso modo, alcune anche con testi dialettali: la frottola, lo strambotto, il canto carnascialesco (carnevalesco, in toscano), la villotta (in veneto). Tutte queste forme, però, a un certo punto ed entro certi territori trovano giusta conclusione; al contrario, la villanella napoletana si diffonde a macchia d’olio in tutta Europa, grazie all’immediatezza melodica e alla vivacità ritmica che alterna battute ternarie e binarie. Inoltre, la duttilità della lingua adottata costituisce un veicolo ideale sia per la lirica amorosa che per l’invettiva satirica.
La villanella napoletana venne inizialmente trattata da compositori locali come G. Primavera, Velardiniello, Da Nola, Di Majo, Trojano, ma deve la sua grande diffusione a due stranieri, Orlando Di Lasso e Adrian Willaert, le composizioni dei quali (alcune ancora conosciute ed eseguite, come "Sto core mio" e "Vecchie letrose"), costruite su testi anonimi, sembrano pure espressioni dell’anima partenopea.
Sono testi scaturiti da esigenze di sincera velleità liberatoria. Anche le volgarità e gli eccessi risultano infine autentici sfoghi emotivi conditi da picchi di entusiasmo e alternati a momenti di intensa drammaticità, come emerge dal testo napoletano anch’esso, dato alle stampe nel 1700, di Felippo Sgruttendio de Scafato, La tiorba a taccone, valido esempio di una poetica che dello sfottò gratuito e del gusto del disgusto fa il suo baluardo toccando però a volte, come nei “Canti per la donna morta”, punte di estrema toccante poesia. n In fondo, la verità ricercata e non esaurita nell’eccesso è uno dei cardini delle liriche barocche, i cui autori sono bravissimi nel mentire fino a far intuire la realtà celata delle cose come anche nel rivelare verità false, singolari bardi nel vortice di un’esplosiva miscela di stili e intenti.
Date queste premesse l’ensemble La Ntrecciata nasce appunto da un progetto scaturito dal desiderio di portare questa esperienza storico-musicale nei luoghi cui gli sono più confacenti e non solo nei teatri e locations normalmente atti ad accogliere eventi musicali, ma anche in contesti scolastici e in genere formativi.
Avendo, le “villanelle”, una doppia collocazione tra il volgo e la corte, queste trovano la loro massima espressione in contesti in cui la partecipazione del pubblico è fiorente ed attiva. Per questo si propone un concerto composto interamente di “villanelle” eseguite sia a voce sola che a più voci. I brani di questo concerto sono selezionati da fonti a stampa originale e vuole eseguirle nella prassi esecutiva di corte piuttosto che alla maniera popolare.
Si eseguono, oltre a brani celebri e generalmente eseguiti da altri ensemble, anche alcuni di assoluta rarità e bellezza che solitamente vengono ignorati dai molti.
Il concerto descrive essenzialmente il tema delle passioni amorose del XVI secolo nell’ambiente napoletano mettendo in evidenza tutti gli archetipi usuali in questo periodo storico.
Per questa nostra proposta di concerto, i brani sono stati selezionati da fonti a stampa originale e li vogliamo eseguire nella prassi esecutiva di corte con qualche contaminazione popolare.
Programma:
Felippo Sgruttendio Da Scafato
Sto Calascione
Filippo Azzaiolo
Chi passa pe’ sta strada
Giovan Thommaso Di Majo
O Trezze Bionde
Anonimo
AnonimoE la morte di marito
Janni dell’Orto
Diego Ortiz
Recercada primera et Secunda
GGiovan Thommaso Cimello
Mostrato haggio a tre zingare
Anonimo
Voi conoscete Donno Valentino
Gaspar Sanz
Xacaras
Niccolò Roiccerandet
Occhi miei lassi
Anonimo
Dè quando te veggio
Anonimo
Tu sai che la Cornacchia
Diego Ortiz
Giovan Thommaso Di MajoRecercada Sobre la FoliaMadonna quanto piu stracci mi fayFilippo AzzaioloGirometta senza te
Orlando Di lasso
Stò Core MioSantiago De MurciaTarantelas
GiovanBattista Basile
De li Trattenimento de li Piccerille I
Anonimo
I Vorrei crudel tornare
Giovanbattista Basile
De li Trattenimento de li Piccerille II
Anonimo
Villanella che all’acqua vai
Massimo Carrano
Solemani